sabato 22 settembre 2012

cupolette limone&cocco


Autoproduzione di seitan e... biscotti! Direi che la congiunzione sembra estremamente labile, e invece... Bene, per fare il seitan generalmente uso la farina integrale setacciata, quindi, mi resta una bella manciata di crusca ogni volta. Ottima nelle zuppe, ma sicuramente deliziosa in questi biscotti!

crusca avanzata da 1kg di farina integrale
100 di farina integrale
80 g zucchero di canna
45 g olio di semi
la scorza grattugiata di 1 limone 
la scorza grattugiata di 1 arancia
il succo di 1/2  limone
1 cucchiaino di bicarbonato
1 cucchiaio di amido di mais
1 cucchiaio di acqua

Mentre per il ripieno ho voluto provare a mescolare due gusti forti ma contrastanti come il limone acre e il cocco decisamente di un dolce stucchevole.

2 cucchiai di marmellata di limoni
30 g di cocco disidratato
il succo di 1/2  limone


Unire e mischiare tutti gli ingredienti secchi, tranne l'amido di mais, unire quelli liquidi tranne l'acqua. Nella ciotola con gli ingredienti secchi unire quelli liquidi e amalgamare bene. Il composto risulterà tipo pasta frolla ma meno omogeneo data la presenza preponderante della crusca. A parte in una ciotola preparare una pastetta amido e acqua e unire al composto che verrà lasciato in frigo per 30 minuti.
Nel frattempo preparare il ripieno semplicemente unendo e mescolando tutti gli ingredienti. Trascorsa la mezz'ora prendere l'impasto e formare dei biscotti ripieni. Di solito uso fare dei dischetti con il bicchierino da caffè, poggio il ripieno su uno e con l'altro lo chiudo, ma poi ognuno li fa come vuole! 
Una volta pronti, poggiarli su teglia con carta da forno e infornare per 15' a 180°.


Come Norman Foster che con il progetto della cupola per il palazzo del Reichstag a Berlino, ha osato accostare materiali e tecnologie molto differenti, una netta separazione leggibile ad occhio nudo che si integra piacevolmente con il resto dell'edificio. La struttura è di acciaio ed è ricoperta da vetro, come le squame di un pesce. Qui la trasparenza è il filo conduttore, l'idea infatti era quella di avere la stanza del parlamento visibile, penetrabile ad occhio nudo e che sottolineasse il concetto di democrazia. Questa scelta rivoluziona la teoria di spazio, quello interno percepito dai fruitori, e quello esterno, l'immagine dell'edificio che dialoga con la città.







giovedì 20 settembre 2012

zucca e vegrino al basilico


Quello che più mi soddisfa è sperimentare, accostare gli alimenti per capire cosa sì e cosa non mettere mai insieme. Quando preparo il tofu, lascio sempre un litro di latte per autoprodurmi lo yogurt e quindi il vegrino. Nel frigo avevo una bella fetta di zucca alta un centimetro e mezzo e allora ecco la ricetta.

1 fetta di zucca spessa 1,5 cm
del vegrino ottenuto da 2 vasetti di yogurt
1 ciuffo di basilico
sale e olio 


Tagliare la zucca tonda con quello che più vi aggrada, per fortuna io con coltello appuntito e mano ferma me la cavo. Ungere una teglia con dell'olio e adagiare i dischetti, metterli in forno e lasciar cuocere, il tempo giusto che la zucca diventi morbida. Nel frattempo è bene tritare le foglie di basilico e mescolarle al vegrino insieme ad un cucchiaio di olio, un pizzico di sale e lascialo riposare. Una volta raffreddati i dischetti di zucca, decorarli con la crema al basilico e servire. 

Con questa ricetta partecipo al contest "Golosità Vegane d'Autore"



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giovedì 13 settembre 2012

dado vegetale granulare



Adoro quando sperimento e questi diventano ricette fantastiche!
Ho già detto che settembre mese di conserve, quindi nulla di meglio che fare il dado vegetale per arricchire qualunque piatto. Da anni ormai preparo il mio dado in modo classico,  cotto e messo nei vasetti. Questa volta ho deciso di fare il dado granulare e per farlo ho usato:

2 carota
1 zucchina
1 cipolla
1 spicchio di aglio
1 rametto di rosmarino
1 ciuffo di prezzemolo
1 ciuffo di basilico
1 costa grande di sedano
1 presa di origano
1 presa di salvia
1 cucchiaio di olio evo
150 g di sale grosso

Tritare bene tutti gli ingredienti tranne il sale e l'olio. Versarli in una pentola dal fondo spesso, aggiungere l'olio e il sale e cuocere a fuoco basso per circa un'ora e mezza. Far asciugare tutta l'acqua e spegnere. Una volta raffreddato stenderlo su un piatto e metterlo al sole forte estivo, certo qui è forte ma altrimenti potreste metterlo in forno stando attenti che non si bruci, deve solo seccarsi. Mescolare di tanto in tanto. Una volta pronto e raffreddato rimettete tutto nel frullatore e polverizzate. Il dado vegetale senza glutammato è pronto! 

martedì 11 settembre 2012

pomodori in barattolo



Settembre è un mese per me perfetto per fare bilanci di metà anno e prepararmi per l'altra metà, caricarmi per finire il tutto in bellezza. Diciamo che aspetto con ansia l'autunno visto che è la mia stagione preferita, pullover, foulard e vento fresco, senza considerare le strade che si riempiono di foglie dorate, le prime piogge, la voglia di calore...si sono decisamente autunnale! 
Visto che ci si deve preparare per il freddo, che poi qui al sud tanto freddo non fa, questo è il mese perfetto per le conserve. E allora la tradizione familiare vuole: conserva di pomodori.

Ecco, vi scrivo il procedimento ma non le quantità, qui si consumano tantissimi pomodori!
Allora partiamo dal fatto che si lavano ovviamente, e li si lasciano asciugare per un'intera notte. I barattoli di vetro devo essere anch'essi lavati ed asciugati con cura verificando che i tappi siano buoni. La tradizione vuole che si vada al mercato e si compri tanto basilico da mettere in ogni barattolo, anche se, devo esser sincera non si sente quando si adopererà la conserva. 


La famiglia si sveglia all'alba per evitare di arrivare a far tutto col sole forte. 
Si tagliano i pomodori a pezzettoni e si inseriscono nel barattolo, premendo bene, incastrandoli fino a far uscire quanta più aria possibile ma senza schiacciarli troppo. Su ogni barattolo, prima di chiuderlo va posto un cucchiaino di sale per   migliorare la conservazione. 
E' uno spettacolo vedere riempiti tutti i barattoli, certo la fatica è tanta ma la soddisfazione di più.
Per quanto riguarda la passata, si scelgono i pomodori più morbidi, quelli imperfetti, li si puliscono e poi si fanno bollire. Colati su una grata e punzecchiati per far uscire quanta più acqua possibile. Una volta raffreddati si passano in un grande passaverdure elettrico, si imbottigliano, si fanno bollire ed è fatta.
Di seguito pubblico altre immagini da reportage.










domenica 9 settembre 2012

Porto

Ci sono viaggi che restano nel tempo, bloccati nella memoria di odori, suoni e sapori. Viaggio sempre così, anche non troppo spesso (la mia è una vita precaria), ma a questa condizione. L'ultimo posto che ho visto è stato il Portogallo. Terra dalle mille caratteristiche peculiari, confinata fra l'Atlantico e la Spagna sembra essere ferma in un tempo tutto suo nell'aspetto e nei modi lenti, tutti mediterranei. Oporto, come piace chiamarla, ha un fascino tutto suo, misteriosa e nello stesso tempo vintage, ferma agli anni settanta. Decadente, dati i tanti edifici abbandonati a causa del periodo storico che stiamo vivendo e certo che il Portogallo non se la passi molto bene, e a misura d'uomo, vivibile e allo stesso tempo vissuta.

Il Duoro la spacca in due ma ci sono i ponti e il sole che la rendono "una" ed unica nel suo genere, piena di salite e discese ripide da stare attenti a non cadere con la pioggia e da fare piano sotto al sole per sudare meno. Il cibo è una nota dolente per i vegani, ma per un po' di giorni si può fare a meno della varietà nel piatto se hai gli occhi che ti brillano per tutte le cose che ci sono da vedere, no?


Piena di architetture, a Porto convive il nuovo con il vecchio come se nulla fosse, proprio come dovrebbe essere una città, fatta di stratificazioni. La scuola portoghese è lì, in una stradina che non è assolutamente delle migliori, anzi, e spunta fino al fiume. Tavora, Siza e Souto de Moura si affacciano e vedono l'altra sponda del Duoro per cercare ispirazione, in un edificio anonimo intonacato di grigio con aperture esattamente quadrate e tutte in fila.
E' emozionante entrarci, ad ogni finestra, nello studio di Alvaro Siza, corrisponde una postazione con un tecnigrafo in rappresentazione la storia, ed un computer, la tecnologia. La scelta di non escludere la mano nell'atto del disegno semplicemente perfetta, anzi un precisa volontà di sottolineare che ogni linea fatta ha attraversato la mente, dietro di essa c'è una ragionamento..
Porto ha dei colori forti. Sembra una città grigia a primo impatto, ma appena ci si gira si scoprono piccoli edifici o lati di essi dai colori intensi. E poi le finestre a quadretti a scorrimento verticale danno un tocco del tutto nordico alla città.



Al di là della città vecchia, oltre il fiume ci sono le cantine dove il famosissimo vino Porto si assapora in tutti i suoi aspetti, nel profumo, nel colore rosso rubino e nel gusto del tutto particolare. Quindi, l'aperitivo era d'obbligo. Mi son portata a casa una bottiglia invecchiata di 10 anni, una goduria. 










sabato 8 settembre 2012

neri più del nero...




...ovvero muffin orzo&caffè!

L'idea nasce da una confezione di caffè che mi ritrovo in casa, non della mia marca preferita, e visto che se non mi piace la miscela non prendo caffè, ho deciso di usarla diversamente. E allora muffin! 
Non serve molto:

300 g      di farina
150 g      di zucchero di canna
  50 g      di olio di semi di girasole
100 ml    di caffè
180 ml    di latte di riso

  2           cucchiai rasi di orzo solubile
  1           vasetto di yogurt soia al naturale
  1           bustina di lievito per dolci

Posizionate tutti gli ingredienti solidi in una ciotola. A parte battere latte, olio, yogurt e caffè fino a che non diventi una bella crema. Unire a poco a poco il composto solido e infine il lievito. Versare negli stampini, e infornare. Nel mio caso con forno a gas non ventilato l'ho preriscaldato e impostato a 160° per 35 minuti.