venerdì 25 gennaio 2013

grattacielo macro


Ieri avevo proprio bisogno di una ricetta per equilibrare corpo e mente, soprattutto mente visto che la notte prima l'avevo passata con gli occhi sbarrati e mille pensieri, data la notizia dell'incidente di un mio caro amico trasferitosi al nord perché insegnante. E' stato investito mentre cammina a piedi, la dinamica non la conosco ancora bene, ma mi hanno raccontato che se avessi sentito il racconto dell'incidenti e visto lui vivo, in un letto di ospedale, avrei gridato al miracolo. 
Questo è un piatto con dedica e tanto amore.

zucca
fagioli azuki
pane integrale
alga kombu
cipolla 
aglio
sedano
olio 
sale

Bollire gli azuki con alga con kombu. In una padella far rosolare la cipolla, carota e sedano tritati, aggiungere i fagioli cotti e farli insaporire per una decina di minuti. Ne frattempo prendere la zucca e tagliarla a forma rettangolare dello spessore di 1 cm, riscaldare una padella antiaderente e farla abbrustolire da entrambi i lati, la stessa cosa con il pane integrale. Gli azuki raffreddati ed insaporiti andranno poi frullati con il minipimer in modo da ottenere una bella crema omogenea che messa in una saccapoche verrà utilizzata per comporre il grattacielo. Ora viene il bello! Alternando uno strato di azuki, pane e zucca, gli ultimi due conditi prima con olio e sale, dare forma ad un grattacielo e vedere quanti strati riuscirete a tener in piedi! 



"Il concetto ed il procedimento da me adottai per il Seagram Building (1954 - 1958, New York) non differiscono per nulla da quelli di qualsiasi altro edificio che potre costruire. La mia idea o, piuttosto, la direzione in cui procedo è quella di una costruzione e di una strutta chiara - e ciò non vale solo per un problema specifico, ma per tutti i problemi architettonici che affronto. Personalmente sono del tutto contrario all'idea secondo cui un edificio particolare debba avere un carattere individuale. A mio avviso dovrebbe piuttosto essere dotato di un carattere universale, determinato dal problema generale che l'architettura si sforza di risolvere". [L. Mies van der Rohe]

Solo un uomo di grande talento potrebbe spiegare il suo progetto in questo modo. La realtà è che questo edificio ha un grande carattere compositivo, l'autore accentua la gravità progettando una grossa fascia chiusa all'estremità superiore, conferendogli un peso ottico estremamente  forte e poi come se non bastasse alleggerisce la base. Retto da degli spilli, questo grattacielo otticamente "pesante", sembra mantenersi in piedi per miracolo. Portare all'estremo i contenuti significa tirarne fuori la personalità.





1 commento:

  1. Che bello e goloso questo grattacielo! Mi piacciono gli strati e di sicuro tutti gli alimenti sono ben bilanciati ... un vero piatto completo! ^_^

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